Vai al contenuto

“Insoliti ignoti”


 

Nei giorni scorsi i profili Instagram di quattro (falsi) collezionisti sono spariti nel nulla, lasciando il mondo dell’arte sbigottito e incredulo di fronte alle assurde evidenze. Il caso, portato all’attenzione da Nicola Zanella su ArtEconomy, ha immediatamente dato il via a considerazioni e riflessioni di ogni sorta, prima fra tutte l’affidabilità dell’utilizzo dei social nel mercato dell’arte.

Moltissimi sono stati i commenti degli operatori di settore che si sono detti indignati e spaventati dall’accaduto; Carlo Alberto Ferri, Pier Paolo Lonati, Beatrice Rinaldi e Raffaele Sartori – questi i nomi dei collezionisti fantasmi – sono stati scoperti per caso da un gallerista che, notato un falso tra le opere postate in uno dei loro account, ha dato il via ad indagini più accurate smascherando la rete di account fittizi.

Ma com’è stato possibile essere gabbati e raggirati da quattro sedicenti individui nascosti dietro a nomi e profili falsi? Il gioco era molto semplice e si basava anzitutto su una solida costruzione dei personaggi e su una continua interazione con profili autentici (altri galleristi, collezionisti e operatori dell’arte contemporanea). La “legittimazione” ufficiale era arrivata con Carlo Alberto Ferri intervistato in veste di collezionista per il progetto Critical Collecting di ArtVerona e, successivamente, per ReA! Art Fair.

Il caso si infittisce quando, pochi giorni dopo lo smascheramento dei finti collezionisti, sui giornali campeggia la notizia di un tale Moritz Kraus, artista mai esistito le cui opere sono finite (e acquistate) sul mercato.

Che si tratti di un’operazione puramente goliardica o di una trovata costruita ad hoc per ottenere visibilità ciò che fa davvero pensare è che ad essere rimasta fregata è stata una consistente fetta del mondo dell’arte. Inutile demonizzare Instagram o puntare il dito “sull’ignoto dell’online”: le indagini in corso dovrebbero ricordare a tutti che forse in futuro, prima di effettuare bonifici e coinvolgere chicchessia in qualsivoglia evento, sarebbe meglio prestare maggiore attenzione alle fonti, ai cataloghi, agli archivi.

L’importanza del confronto, della ricerca e di molti altri strumenti fondamentali per non incorrere in truffe e raggiramenti è stata approfondita anche da Ilaria Bignotti e Vera Canevazzi in un articolo pubblicato su EspoArte > https://bit.ly/3tB6bjq


Scopri le altre vignette della serie Art & Humor disegnate da Enrico Ledda per ZìrArtmag

Seguici anche su: Facebook e Instagram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *