“Questo è un autoritratto, anche nel senso che mi ritiro in me stessa, mi raccolgo”
“L’ho scattato qualche giorno prima che cominciasse la quarantena. Le linee del mio corpo in qualche modo si intersecano con quelle delle montagne, come a stabilire una connessione profonda, un dialogo. Ricerco un’armonia, solitaria, con il paesaggio; raccolgo l’abbraccio materno di un mondo là fuori spesso ferito, maltrattato. La pandemia di oggi, prevedibile o no, impone a noi tutti di raccoglierci, di isolarci, di negarci il contatto. Ci espone a sofferenze, rinunce, ci porta a riflettere e ad avere paura. Siamo nel bel mezzo di una transizione, in un tempo sospeso: spendiamolo per trarre da questo un’opportunità. Restiamo umani e coltiviamo legami positivi con l’ambiente intorno a noi. Questo scatto, oggi, è speranza per un futuro ambientale e relazionale migliore. In attesa della liberazione“.
BIO
Giorgia Bellotti nasce a Bologna e tutt’ora vive a Vergato, sull’Appennino Tosco-Emiliano; si avvicina all’arte fin da piccola, sperimentando in prima battuta il disegno e la pittura. Il colpo di fulmine con l’obiettivo avviene nel 2012, dopo aver frequentato un corso per imparare le basi della fotografia: da quel momento Giorgia si racconta attraverso immagini rubate all’ordinario scorrere del tempo.
“La fotografia è entrata a far parte di me in seguito ad esperienze significative accadute nella mia vita, per le quali ho sentito il bisogno di esprimere, nel modo più diretto e veloce, le mie emozioni. Da quel momento la fotografia diventa per me il mezzo congeniale per esprimere il mio mondo interiore. Molto legata al mio territorio, nei miei autoritratti dialogo con gli elementi naturali presenti in esso, rendendo l’ambiente che mi circonda co-protagonista della scena insieme a me”.
Per ulteriori informazioni leggi l’articolo su ZìrArtmag e visita il profilo dell’artista, attiva su Instagram come @giorgibel.