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Basmati Video | Intervento umano in dialogo col digitale


La videoarte nasce agli esordi degli anni Sessanta attraverso le contaminazioni di artisti provenienti da tutto il mondo. Il discorso odierno sull’arte in video ruota attorno ad un’immensità di strumenti e supporti, tant’è che è difficile distinguerne i confini e classificarla. Cercando di ripercorrere le tecniche che sono state utilizzate in Italia dai videoartisti contemporanei e indagandone le contaminazioni che hanno permesso al discorso artistico di venir fuori, ci siamo rivolti al duo creatore del progetto Basmati Video per avere un punto di vista su alcune delle tecniche di produzione contemporanee.


Dialogando e ripercorrendo le tappe del loro percorso creativo, la prima tematica sulla quale ci siamo proposti di discutere riguarda il modo in cui l’umano attraverso la sua manualità possa dialogare con le macchine che utilizza per dare corpo al discorso artistico. La proposta di riflessione parte, dunque, dall’idea di un’applicazione di una poetica materica nell’utilizzo delle tecnologie digitali, sostenendo come il ritorno al manuale possa essere considerato la nuova frontiera innovativa.

Saul Saguatti e Audrey Coianiz, i creatori del progetto di ricerca Basmati Video, ci hanno raccontato la loro esperienza e il loro punto di vista su questo primo interrogativo:

«Nella mente dell’artista che usa gli strumenti elettronici accade che ci sia una mancanza di ragionamento rispetto la metodologia e le tecniche che si possono usare, finendo per lavorare sui software con la falsa concezione che essi possano bastare da soli, facendo diventare l’approccio molto poco personale. Ciò che accade con la tecnologia digitale pura è la produzione di un’estetica fredda e ripetitiva che si associa al nuovo in maniera superficiale» dunque l’estetica elettronica non può legittimare sé stessa da sola ma anzi è richiesto un aperto dialogo con l’intervento manuale per apportare un’emozione. «È l’umano, attraverso il suo intervento, ad essere in grado di apportare un’emozione durante l’azione artistica» continua Saul Saguatti «accade però che ci sia una scarsa considerazione dell’interazione tra il corpo, la gestualità e la manualità nel confronto con la tecnologia digitale, e ciò che ne consegue è una sottovalutazione del software umano». L’estetica che ne viene fuori è fatta di immagini che escludono un lavoro sullo strumento come oggetto artistico in sé.



Ciò diviene paradossale pensando allo sviluppo delle tecnologie digitali, a partire dalle quali ci si sarebbe aspettati un’esplorazione di tutte quelle che sono le possibilità di una macchina. «A causa di macchine sempre più performative e che vengono utilizzate muovendo verso un iperrealismo estremizzato, la direzione appare quella di una deriva iperrealista. Ciò che ne viene fuori sono opere artistiche di cui sullo strumento si è fatto un mero utilizzo rendendo questa tecnologia spesso subita, senza essere messa in discussione».

Ma il manuale non dovrebbe essere ritenuto inferiore, se non addirittura contrario, alle tecnologie digitali.

«Nella performance dal vivo, ad esempio, il discorso del materico riguarda una piccola alchimia con oggetti del quotidiano. Avviene una sorta di alchimia casalinga nell’incontro tra due campi così apparentemente distanti tra loro attraverso l’utilizzo di oli, reagenti che vengono integrati coi colori, coi gessetti e il tutto in perfetta sintonia con un approccio digitale che ne permette la diffusione su grandi schermi. Inoltre, il flusso emotivo può essere seguito anche grazie ai programmi di montaggio non lineare che permettono di pensare al film in una ricomposizione continua, modificandolo in ordine non-cronologico ma rispettando la sensazione che suscitano. La conoscenza che si ha dei mezzi permette di raggiungere un risultato, permettendo di considerare anche strade e strumentazioni alternative. L’emozione data da un’opera artistica può derivare proprio dall’intervento umano e dalla poetica che c’è dietro. Il centro di una grande produzione sono le idee e bisogna saper dialogare con la macchina per realizzarle».


Pubblicazione di 5 articoli introduttivi alla mostra Radianti, retrospettiva che il CAOS di Terni dedica a Basmati Video.

La mostra si svolge dal 12 febbraio all’8 maggio 2022 (CAOS Centro Arti Opificio Siri – Via Franco Molè 25, Terni)

Leggi gli altri approfondimenti sul duo Basmati Video! Esplora il loro sito ufficiale e seguili su Instagram (@basmativideo)

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