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Ash Keating ha esordito nel 2004 a Melbourne, Australia. Le sue creazioni hanno girato il mondo andando in Cile, Corea, Giappone, Indonesia e Nuova Zelanda fino a consacrarlo nel panorama artistico contemporaneo.
L’artista australiano iniziò a dipingere quando era ragazzo scoprendo così la sua passione per l’arte che, grazie alla perseveranza e al duro lavoro, è diventata man mano un mestiere vero e proprio.
Ora, col suo fazzoletto annodato sulla bocca, gli occhiali da sole e il berretto sporchi di colore, può dare sfogo al suo estro: “Faccio un tipo di arte che ha la capacità di mandare un’idea di positività a chiunque lo guarda”.
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La particolarità della sua arte? L’uso di estintori riempiti di colore, capaci di spruzzare un miscuglio di vernici colorate e acqua. Una tecnica che permette una colorazione veloce di grandi superfici: il tutto poi viene reso più interessante dall’uso naturale della gravità che fa gocciolare il colore.
Questi murales diventano delle enormi tavolozze dove poter sperimentare coi colori: l’opera non nasce da uno schema preimpostato ma si crea man mano che il colore viene lasciato sulla parete:
Ogni volta che comincio a posizionare il colore in alcuni punti, posso capire dove i colori devono andare in relazione a quello” | Ash Keating
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In alcuni murales l’artista utilizza anche l’acqua per creare una sensazione di fusione e gocciolamento. In altri, invece, decide di non andare oltre la sua altezza fisica e di non completare gli “spruzzi”; un modo per incentivare anche la fantasia di chi guarda, spingendo l’osservatore a “saltare” oltre il bordo del murales e guardare oltre, cercando di completare con la propria sensibilità l’immagine proposta.
L’opera di Keating è un modo per dare colore alle zone grigie della città, come nel caso di Gravity System Response (2018) in cui l’artista rispose a un progetto legato alla città di Sydney dedicato alla sensibilizzazione sui problemi della salute mentale ricevendo una commissione per riempire un muro di 90 metri in un tunnel dietro la ferrovia.
I colori usati vogliono dare l’idea di una ricchezza interiore fatta di giochi di luce e angolazioni, grazie alle quali ogni angolo è diverso dall’altro: permettono di prendersi una pausa dalla frenesia della vita quotidiana per godere della bellezza dei vari colori presenti nei suoi murales.
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Ash Keating ha anche realizzato una performance in collaborazione con una galleria, Escape from tag mountain (2008), in cui presentò una collezione di scarti di etichette per abiti e rotoli di fili raccolti nelle strade secondarie di una piccola area industriale a Seoul.
Un’opera interamente biografica dedicata al fatto di essere nato in un mondo votato al consumismo e allo spreco senza pensieri. Ecco che ancora una volta l’arte contemporanea esce dalle pareti e dalle stanze dei musei per occupare gli spazi più grigi delle città passando un massaggio semplice ed efficace: abbandonare il consumismo a cui siamo abituati per godere della semplicità di cui spesso ci dimentichiamo.
Scopri di più sul sito dell’artista, attivo anche su Instagram come @ash_keating.