Nell’ambito della ricerca sulla “produzione video-artistica in Italia” e in particolare nel progetto di Basmati Video, il secondo argomento sul quale ci siamo proposti di discutere in questa rubrica riguarda l’utilizzo di un’arte definibile astratta all’interno della produzione multimediale.
«L’astrattismo rappresenta una realtà che non si può percepire direttamente, una realtà che si può interpretare in modi differenti. All’interno non ci sono cose definite o meglio PREdefinite, ma si può scegliere di vedere ciò che si vuole e si ha un’apertura verso l’altro, mentre le interpretazioni si legano allo stato emotivo dello spettatore. Le forme e i colori vengono assorbite da chi li vede sempre in maniera diversa, al contrario una cosa figurativa è finita. Nella tecnica astratta si gioca sulla miscela delle forme, le quali diventano infinite. L’astratto porta la mente ad avere un’osservazione che resta aperta per chiunque. Lavorare nell’astratto è dunque una forma di libertà».
Queste le parole di Audrey Coïaniz, artista del gruppo Basmati Video, che così parla di arte astratta «(…) si presta bene per delle installazioni in quanto ha una ciclicità visiva. A livello di creazione si parte da cose materiche che possono essere liquidi, pigmenti, tutto ciò che si può trasformare riprendendolo, aggiungendo colore, cambiando la forma. Le opere diventano dei quadri viventi e organici nei quali all’interno interviene la casualità». Un po’ come ribadire che tutto ciò che ci circonda è un’alchimia.
Allo scopo di ottenere anche punti di vista più oggettivi rispetto a quelli dei meri artisti implicati nella produzione visuale, per questo argomento il contributo ci è stato dato anche da professori e ricercatori universitari. Giuseppe Virelli, docente del Dipartimento di Arti presso l’università di Bologna, riprendendo il concetto di astrattismo ripercorre l’idea di creazione di Blob Out, un progetto installativo realizzato da Basmati Video in occasione di Arte Fiera:
«Blob out è stato un progetto in cui il virtuale che nasceva dal video e si concretizzava in una forma plastica reale. Il virtuale che entrava nel reale. Nella pratica ciò che si è fatto è stato mettere insieme prodotto e operazione artistica, nel quale avviene un connubio tra fisicità e virtualità».
Blob out parte da un’idea di costruire un prodotto basato sulle nuove tecnologie nel quale si voleva mostrare la capacità di espandere la capacità produttiva, donandogli allo stesso tempo una consistenza fisica che desse allo spettatore (fruitore) un approccio plurisensoriale, volendo ribadire il concetto di unicità dell’esperienza umana che può essere sia mentale che fisica.
Anche Pasquale Fameli, dottore di ricerca in Arti Visive e performative mediali presso l’Università di Bologna, ha donato il suo contributo parlando di astrattismo e forme libere nella pratica di rivisitazione artistica della città, che per Basmati si era resa evidente nella creazione di Transit City:
«La serie Transit City fa parte di un intervento su un patrimonio culturale dove si individua un’eredità delle avanguardie e del futurismo, ovvero un modo di ripensare il paesaggio urbano con interventi grafici e para pittorici. Gli interventi artistici sono volti ad animare le glorie del passato, attraverso la decostruzione e la dinamizzazione. L’idea era di rianimare le architetture storiche della città, smontandole e ricostruendole. Traiettorie che vanno a scomporre gli edifici e ricomporre la città all’interno dello spazio video, il quale permette di realizzare le trasformazioni».
«Un video figurativo per forza ti porta a un’analogia mentre l’astratto è meditativo, vive senza tempo. È in questo modo che ci può essere uno scambio» (Audrey Coïaniz)
La scelta di presentare un contenuto in una maniera astratta, si classifica come un invito allo spettatore a implicare la sua immaginazione all’interno della visione.
Pubblicazione di 5 articoli introduttivi alla mostra Radianti, retrospettiva che il CAOS di Terni dedica a Basmati Video.
La mostra si svolge dal 12 febbraio all’8 maggio 2022 (CAOS Centro Arti Opificio Siri – Via Franco Molè 25, Terni)
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