Le Guerrilla Girls sono un gruppo di artiste-attiviste, famose, oltre che per i loro poster, per il fatto di essere anonime e per la loro abitudine di presentarsi in pubblico indossando maschere da gorilla. Gira voce che l’idea delle maschere sia nata per caso: all’inizio avevano pensato di coprirsi con dei passamontagna, ma quando una di loro ha sbagliato a scrivere su un poster – scrivendo gorilla invece che guerrilla – è nata quest’idea, scherzosa e ironica.
Oltre alle maschere, le Guerrilla Girls proteggono le loro identità assumendo gli pseudonimi di importanti donne oggi scomparse, come ad esempio Gertrude Stein, Frida Khalo e Käthe Kollwitz. L’anonimato che protegge le loro identità serve a dimostrare che la causa per la quale combattono vale più delle loro personalità. A questo proposito Käthe Kollwitz in un’intervista ha affermato: “We wanted to create the idea that we are everywhere, and we are listening…to create this idea that the art world is being watched, surveilled and scrutinized”.
Il gruppo è stato creato a NYC nel 1984: il MoMA si apprestava ad inaugurare la mostra An International Survey of Painting and Sculpture, affermando che sarebbero stati esposti tutti gli artisti più importanti del momento. Peccato che dei 169 artisti selezionati solo 13 erano donne, e nessuna di esse di colore. Questa disparità diede l’impulso alla formazione delle Guerrilla Girls, le quali si unirono per combattere sessismo e razzismo nel mondo dell’arte.
Il gruppo è diventato famoso grazie alla loro vasta campagna di poster, affissi in luoghi mirati: spesso di fianco a gallerie d’arte o musei che – secondo loro – sono responsabili (o complici) dell’esclusione delle donne e delle persone di colore dalle mostre e dalle pubblicazioni mainstream. I loro poster, che hanno uno stile da campagna pubblicitaria, usano parole forti abbinate ad un senso dell’umorismo ironico. Ad esempio, quello creato nel 1988 e intitolato The Advantages Of Being A Woman Artist è una lista ironica dei ‘vantaggi’ di essere un’artista donna: “knowing your career might pick up after you’re eighty”, “having the opportunity to choose between career and motherhood” e “being included in revised versions of art history”.
Il gruppo si è appropriato del linguaggio visivo della pubblicità per trasmettere i loro messaggi in modo veloce e accessibile. Hanno voluto utilizzare questo metodo di direct-action per provocare delle reazioni, nella speranza che esso porti ad un dibattito aperto e inneschi un cambiamento. Tra le tematiche affrontate dai poster si possono riscontrare la rappresentazione della nudità femminile, la disparità nelle retribuzioni e la mancanza di rappresentazione delle donne nel mondo dell’arte.
Uno dei loro poster più famosi è Do Women Have To Be Naked To Get Into The Met. Museum? (1989): l’immagine ritratta è ispirata al famoso dipinto La Grande Odalisque (1814) di Jean-Auguste-Dominique Ingres, ma nel poster delle Guerrilla Girls la donna sdraiata indossa una maschera da gorilla. L’immagine è accompagnata dalla dicitura: “less than 5% of the artists in the Modern Arts Section are women, but 85% of the nudes are female”, a dimostrazione del fatto che le donne all’interno dei musei sono spesso solamente partecipi in modo passivo e non in modo attivo.
Negli anni il loro attivismo ha oltrepassato i confini del mondo dell’arte e ora i loro messaggi comprendono riflessioni sull’ambientalismo, l’aborto, il teatro e anche interventi più diretti e politicizzati (da ultimo si sono anche attivate per protestare con il Movimento Black Lives Matter).
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Per approfondire l’argomento visita il sito ufficiale delle Guerrilla Girls
è descritto tutto molto bene, in modo chiaro e il lessico è adatto a tutti . io ho usato queste informazioni per il mio esame di terza media e mi sono servite tanto . grazie !!