Il Warburg Institute di Londra rende fruibili online due esposizioni che celebrano Aby Warburg (1866-1929) e il suo Bilderatlas Mnemosyne con un doppio tour virtuale arricchito da contenuti multimediali, approfondimenti e interventi di studiosi e cultori della materia.
Consapevole del fatto che l’emergenza sanitaria globale ha impedito a numerose persone di viaggiare e di recarsi a Berlino, il Warburg Institute ha realizzato un doppio tour virtuale per invitare utenti attivi da tutto il mondo alla scoperta di due mostre dedicate al suo fondatore e al suo straordinario Atlante della Memoria.
Stiamo parlando di Aby Warburg: Bilderatlas Mnemosyne – Das Original e Between Cosmos and Pathos: Berlin Works from Aby Warburg’s Mnemosyne Atlas, rispettivamente allestite presso i locali dell’Haus der Kulturen der Welt e della Gemäldegalerie di Berlino, chiuse – temporaneamente o in anticipo – a causa dell’emergenza COVID-19; due esposizioni straordinarie, che permettono al visitatore di immergersi completamente nell’universo warburghiano.
La prima, curata da Roberto Ohrt e Axel Heil, è stata realizzata in collaborazione con lo stesso Warburg Institute di Londra e presenta al pubblico una ricostruzione fedele dei 63 pannelli che componevano il Bilderatlas Mnemosyne al momento della morte dello studioso.
La seconda mostra, allestita presso la Gemäldegalerie dello Staatliche Museeen zu Berlin, permette di osservare da vicino una collezione di 50 opere fotografate e inserite all’interno dell’Atlante di Warburg, prestate per l’occasione da dieci musei statali di Berlino.
Una storia straordinaria: le vicende dell’Atlante Mnemosyne
Conosciuto solamente attraverso le fotografie in bianco e nero scattate poco prima della morte di Aby Warburg, il progetto del Bilderatlas Mnemosyne comprendeva 971 immagini suddivise in 63 pannelli neri, di grandi dimensioni.
Fonte d’ispirazione costante per studiosi, artisti e curatori, questo Atlante figurativo è un’affascinante mappa visiva della memoria culturale; prende il nome da Mnemosine, dea greca della memoria, e il suo obiettivo è quello di «illustrare i meccanismi di tradizione di temi e figure dall’antichità (…) all’attualità, con particolare riguardo alla ripresa di moti, gesti e posture che esprimono l’intera gamma dell’eccitazione emozionale (…). Si tratta di Pathosformeln – formule espressive dell’emozione – dedotte direttamente in forma artistica dai modelli antichi, o anche riemergenti senza diretto collegamento ai modelli, nella forma di engramma, esito spontaneo dell’istinto gestuale umano».[1]
Warburg lasciò quest’ultima sua opera incompiuta: tutte le immagini raccolte nel corso degli anni e preparate sui pannelli in vista di conferenze ed esposizioni rimasero in eredità ai suoi collaboratori, insieme ad una bozza di introduzione e ad una serie di appunti che avrebbero dovuto costituire il punto di partenza per la creazione dell’Atlante.
L’opera sarebbe dovuta essere pubblicata nel 1930 ma lo stato di incompletezza dei materiali e le vicende storiche portarono all’abbandono del progetto. [2] La prima vera e propria edizione dell’Atlante vedrà la luce a Vienna solo nel 1994 e verrà poi ristampato in altre tre edizioni successive, in lingua tedesca e italiana.
Il tour virtuale e le risorse multimediali
Il tour, disponibile sul sito del Warburg Institute, viene presentato con un’introduzione del direttore Bill Sherman ed è diviso per mostra di riferimento. Cliccando sui tasti dedicati si ha accesso alle esposizioni, esplorabili in realtà virtuale da desktop e mobile da oltre 100 punti di vista creati con più di 1000 fotografie ad altissima risoluzione che permettono al visitatore di avvicinarsi notevolmente alle opere, dandogli modo di apprezzarle nei minimi particolari.
A completamento dell’esperienza sono disponibili audio, video e approfondimenti testuali in cui sono gli stessi curatori ed esperti a raccontare i due percorsi, utilissimi per entrare nel vivo dell’argomento e scoprire tutti i dettagli degli studi.
La quasi totalità delle risorse sono erogate in tedesco. Se non conoscete la lingua, e pensate di poter riscontrare difficoltà nella lettura delle opere in mostra, esistono altre valide risorse online da prendere in considerazione: per esempio, Engramma dedica, da oltre vent’anni, tutti i suoi studi all’opera incompiuta di Warburg.
Sul loro sito è consultabile la ricostruzione dell’Atlante e numerosi studi tematici, la storia di Aby Warburg e tantissimi altri materiali, sia in lingua italiana che in inglese.
Oltre ad essere un valido aiuto per lo studio, questo sito è di sicuro un ottimo strumento da affiancare alla visita delle mostre promosse dal Warburg Institute nel caso in cui non si abbia una approfondita conoscenza del tedesco.
Clicca sull’immagine per iniziare la tua visita:
[1] Da Engramma: www.engramma.it/eOS/core/frontend/eos_atlas_index.php?id_articolo=4089#ancora%20pagina%20atlas [2] Basti pensare che, nel 1933, Fritz Saxl – allievo di Warburg – decise di trasferire i 65.000 volumi e le 85.000 fotografie della Biblioteca realizzata dal maestro a Londra, per sfuggire alla distruzione dei nazisti. Questa mole incredibile di materiali venne trasportata in nave e divenne il nucleo principale dell’attuale Warburg Institute.
Visita le due mostre sul sito del Warburg Institute e consulta i materiali dedicati agli studi di Aby Warburg su Engramma.
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