Nella grande corte interna di quello che, nel 1779, fu inaugurato come uno spazio adibito al commercio delle stoffe, si stagliano sculture dai contorni morbidi e dai colori squillanti; The Piece Hall, situato nel cuore verde di Halifax (West Yorkshire), ospita il primo progetto site-specific di una giovane artista londinese che fa del gioco un tema portante della sua intera produzione artistica.
Alice Irwin è affascinata dal mondo che si muove; passa molto tempo ad osservare le persone e a carpirne i dettagli e le peculiarità, reinterpreta le silhouette dell’essere umano e coinvolge lo spettatore facendolo ritornare bambino, rievocando ricordi impolverati dalla patina del tempo attraverso forme semplici, giocose, decodificabili da chiunque in modo diverso. Nelle sue illustrazioni, così come nelle sue sculture, il senso di fondo si mescola alle sensazioni personali e al sentimento, che fa capolino da un passato che si ripresenta in nuove forme.
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Alice è cresciuta in campagna; quando ha bisogno di staccare la spina sale sulla bicicletta e corre via, si abbandona alla quiete della natura e lì trova nuova ispirazione per i suoi progetti. Che sia una ragazza semplice, con i piedi per terra, lo si intuisce dal sorriso genuino con il quale guarda in camera quando viene fotografata e dall’entusiasmo con cui parla delle sue creazioni. Ma le ambizioni e la tenacia dell’artista, classe 1994, sono grandi: si laurea nel 2018 presso il Royal College of Art di Londra – dove consegue un Master in incisione – e durante il suo percorso formativo vince numerosi riconoscimenti. Le sue opere vengono esposte fin dal 2015, quando era ancora una studentessa: la sua prima personale arriva nel 2018 e registra, in una sola settimana, più di 1.700 presenze.
L’artista esplora le antiche tecniche della stampa e dell’incisione, sperimenta le forme della scultura unendo tradizione e innovazione, in un continuo passaggio dal bidimensionale al tridimensionale. Come afferma la stessa Alice, anche il processo creativo viene vissuto come un gioco: per non rischiare di prendere troppo sul serio la creazione di un’opera lavora su più pezzi contemporaneamente e il disegno, indispensabile, è sempre il suo punto di partenza. Il suo è un lavoro fatto di contrasti – visivi e di senso – di stimoli sensoriali e psichici. Le forme semplici, che caratterizzano tutta la sua produzione, fanno riferimento alla condizione umana e alla tecnologia moderna. Il parco giochi è uno spazio importante e un tema integrante della pratica di Irwin, la quale vuole sempre che alcuni aspetti del suo lavoro siano ludici e divertenti, contrapposti ad altri più profondi e provocatori.
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People Play è il titolo del progetto che sarebbe dovuto essere visitabile dal 28 febbraio al 1° giugno 2020 presso i locali e la piazza del complesso The Piece Hall, ad Halifax. Attualmente chiusa a causa delle misure attuate per il contenimento e la lotta contro il COVID-19, non sappiamo ancora se la mostra verrà prorogata ma l’artista e i suoi collaboratori stanno lavorando alla produzione di contenuti virtuali affinché il progetto possa essere esplorato, ammirato e condiviso anche da casa.
All’interno della Galleria una selezione di opere a cura di Damon Jackson-Waldock accompagna il visitatore alla scoperta dell’universo immaginato dall’artista: del corpus esposto in questa occasione fanno parte stampe, incisioni e piccole sculture,ma è nella corte interna del complesso settecentesco che Alice ha voluto immaginare di creare una connessione tra passato e presente, tra la storia e il più stretto contemporaneo.
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Commissionato da The Piece Hall Trust in collaborazione con The Artworks, Arts Charity Dean Clough e Yorkshire Sculpture Park [YSP], il progetto della Irwin invita al gioco e, al contempo, ricorda i lavoratori e le famiglie dell’industria tessile artigianale e dei mulini vittoriani di Halifax. Le sagome colorate – che sono solite popolare le sue stampe e le sue illustrazioni – emergono direttamente dal suo immaginario e dai suoi ricordi d’infanzia; nel caso di People Play diventano tridimensionali, molto più grandi di un essere umano. Queste figure, così apparentemente leggere, raccontano le storie dei bambini che lavoravano per tante ore in fabbrica; ore sottratte al gioco, attività che dovrebbe realmente interessare tutti i bambini del mondo ma che, molto spesso, viene loro sottratta. Anche oggi.
Un’installazione vivace quella di Alice Irwin, e allo stesso tempo dal retrogusto amaro, che commemora alcune delle persone che in passato lavorarono in quei luoghi e che diventa strumento per vivere e interagire con lo stesso spazio in modo nuovo, divenendo occasione per generare nuovi ricordi da sommare alla lunga linea del tempo del complesso vittoriano.
In attesa di poter passeggiare tra le grandi sculture ecco un video che racconta come sono state realizzate, in cui la stessa Alice spiega l’intero progetto:
Per ulteriori informazioni visita il sito dell’artista, attivo anche su Instagram come @alice.irwin.
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