«People come into this world naked and I consider naked bodies to be people’s original, authentic look. I feel the real existence of people through their naked bodies» | Ren Hang
Una carriera breve, intensa, solcata dalle continue censure da parte del governo cinese. Ren Hang, scomparso nel febbraio 2017, è stato uno dei fotografi contemporanei più apprezzati dalla critica mondiale: famoso per le sue composizioni di corpi avviluppati, fatti di carne e sogni, il giovanissimo artista se n’è andato dopo un lungo periodo di depressione, togliendosi la vita e lasciando un vuoto umano e artistico incolmabile.
Ren Hang era noto per la sua inclinazione alla poesia e per la sua leggerezza e immediatezza formale; nonostante sia stato arrestato più volte per i suoi scatti, considerati osceni e troppo espliciti, l’artista ha sempre affermato di considerare il corpo e la nudità come la cosa più naturale che possa esistere al mondo e di agire solo in base alle idee che gli passavano per la testa, senza mai avere intenzione premeditata di costruire immagini che potessero essere considerate trasgressive. I suoi modelli erano spesso amici, familiari, conoscenti, persone comuni con le quali Hang aveva un legame. Tutti (o quasi) giovanissimi: non perché l’artista preferisse o scegliesse i modelli in base all’età ma perché, piuttosto, «young models are simply much more relaxed with the idea of being naked, especially in China», come disse l’artista in un’intervista del 2016 rilasciata ad Antidote Magazine.
Il corpo nudo, protagonista assoluto dei suoi scatti, si staglia spesso sul fondo bianco di pareti prelevate dall’intimità di ambienti domestici, si fonde ai panorami verdeggianti dei parchi di Pechino, si intreccia ad altri corpi dando vita a composizioni surreali.
Le forme umane diventano scultura morbida, pulsante, viva. Anche il colore, sempre presente, assume un’importanza focale nelle fotografie di Ren Hang: richiami costanti di rosso, impostati a rima baciata sulle labbra e sulle unghie smaltate delle modelle ritratte, sono quasi una cifra stilistica dell’artista. Altri colori, come il giallo, il verde e il blu, appartengono al mondo naturale e diventano parte integrante delle poetiche ed erotiche visioni del fotografo cinese.
L’erotismo è spontaneo, mai artificioso, e si mescola alla purezza e al candore dei soggetti ritratti con straordinari risultati di equilibrio formale e concettuale. Il genere, femminile o maschile, diventa ininfluente; come affermava lo stesso artista, non era importante renderlo esplicito o specificarne la natura, poiché la ricerca di Hang si configurava come un continuo esplorare le dimensioni del corpo e le relazioni tra identità e sessualità a livello universale, senza gerarchie né preferenze.
Le fotografie di Ren Hang sono state protagoniste di più di 20 mostre personali e 70 collettive in giro per il mondo; tra le tante città che hanno ospitato le sue esposizioni figura anche Pechino, nonostante in Cina l’artista venisse spesso attaccato per il suo operato. Sebbene l’artista abbia autoprodotto numerosi libri, attualmente l’unico volume che racchiude per intero la carriera di questo giovane artista è stato edito da TASCHEN e curato da Diane Hanson: uno strumento ricco di fotografie e inediti utile per chi volesse approfondire la conoscenza di Ren Hang, il fotografo dell’intimità dei corpi.
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