Lauren Kalman, artista visuale di Detroit, è cresciuta nel Midwest e ha conseguito una laurea in Arte e Tecnologia presso l’Ohio State University. La giovane performer vanta una nutrita presenza a livello internazionale, con esibizioni e mostre sia in gallerie che in numerosi musei. Attualmente è docente associato presso la Wayne State University.
Si tratta di una donna completamente inserita nell’arte contemporanea e che fa del suo lavoro un continuo indagare sul corpo, sulle forme, sull’ornamento, sulla bellezza: indagini che conduce mediante la performance e che registra grazie a supporti video e foto.
La sua produzione, come lei stessa afferma, inizia con opere derivanti dalla sua formazione nell’ambito del gioiello in senso stretto, per poi evolversi in ornamento diffuso, in qualcosa che è ben lontano dal poter essere identificato come gioiello tradizionale. Eppure, il suo lavoro è una costante ricerca dell’ornare il corpo, il proprio corpo, utilizzando tecniche legate all’artigianato contemporaneo. I materiali che adopera sono tanti: da tessuti e perline fino a oggetti metallici, installazioni, stampe 3D, in una perpetua rivendicazione dell’essere donna e dello stretto legame del sesso femminile alle mansioni artigianali, che l’artista vede in netta contrapposizione con quella che definisce arte contemporanea bianca, riservata invece a nicchie maschili.
© Copyright Lauren Kalman 2004-2017
Una delle sue opere è stata esposta presso il Museo del Gioiello di Vicenza nel 2016: si trattava di uno dei pezzi facenti parte della collezione Hard Wear, nello specifico della categoria dei Gioielli per bocca (Oral rims). Il gioiello, lavorato nel 2006, è stato realizzato con gesso e rame elettroformato placcato in oro e riproduce fedelmente le gengive della Kalman. E’ indossabile, come è ovvio, solo dall’artista, e simboleggia la contrapposizione tra eternità e caducità della vita, perfezione e decadenza del corpo.
Seguendo il concetto dell’utilizzo del corpo come punto di partenza per le sue creazioni, Lauren Kalman realizza un’altra serie, Devices for filling a void, che letteralmente significa “dispositivi per riempire un vuoto”.
I vuoti in questione sono le nostre cavità corporee, le più nascoste, le più intime. Questo lavoro diventa vera e propria scultura, unisce il metallo alla ceramica, il neutro e il personale, dando vita a pezzi unici e non facilmente classificabili in un’unica categoria.
Tutta la produzione della Kalman è incentrata sull’ornamento e sul corpo femminile, sull’erotismo, sulla decadenza, sul rituale, espressi secondo interazioni prettamente scultoree tra corpo e materia. I frutti di queste sperimentazioni sono sculture polimateriche che mostrano al loro interno i segni del corpo dell’artista, dal morso alle venature dell’epidermide, fino ad arrivare al calco completo di alcune porzioni di corpo. Osservare le fotografie che immortalano l’artista nel momento delle performance può in alcuni casi essere addirittura un’esperienza dura, difficile da assimilare e da comprendere per via dei “riempimenti estremi” a cui la giovane donna si sottopone.
Nonostante questa violenza visiva il processo sviluppato dall’artista impone l’oro come soggetto pregnante di tutto il suo lavoro e ne evidenzia le qualità sia materiali che simboliche.
Per maggiori informazioni visita il sito dell’artista, attiva anche su Instagram come @laurenkalman
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