Una doppia pubblicazione per esplorare la scena dei graffiti punk: stiamo parlando dei volumi Punk Graffiti Archives: Madrid e Punk Graffiti Archives: The Netherlands, pubblicati nel 2018 da Urbanario in occasione della Unlock Book Fair svoltasi ad Amsterdam.
La fiera del libro interamente dedicata alla street art e alla scena underground quest’anno si è tenuta proprio in Italia – e più di preciso a Modena – il 24 e 25 ottobre 2020. La Unlock Book Fair è approdata nella città emiliana dopo aver avuto sede a Barcellona, Berlino, Amsterdam e Colonia, presentando come di consueto una ricca programmazione di eventi e presentazioni.
In questo articolo non parleremo di libri pubblicati nell’anno appena passato, ma di una doppia pubblicazione che esplora la scena dei graffiti punk: stiamo parlando dei volumi Punk Graffiti Archives: Madrid e Punk Graffiti Archives: The Netherlands, pubblicati nel 2018 da Urbanario in occasione della Unlock Book Fair svoltasi ad Amsterdam nello stesso anno.
I volumi gemelli di Punk Graffiti Archives documentano – grazie ad una moltitudine di fotografie, ritagli di giornale e approfondimenti – la scena punk e il proliferare dei graffiti in Europa nel periodo che va dalla fine degli anni Settanta alla fine degli anni Ottanta. Un lavoro importante, frutto di accurate ricerche condotte all’interno di archivi privati (come ad esempio l’Archivio Diana Ozon e la Duth Graffiti Library per quanto concerne la cena olandese) che racconta come – pur essendo ancora pressoché ignari di quanto stava accadendo a New York nello stesso periodo – i giovani europei si approcciassero ai graffiti, con uno stile tutto loro.
Scritte colorate tracciate con pennarelli a punta larga, tag impresse sui vagoni con lo spray e graffiti sui muri erano molto in voga tra i giovani punk, che lasciavano un segno del proprio passaggio con slogan, nomi di band e soprannomi personali. La tradizione newyorkese dei graffiti conquisterà l’Europa tra il 1980 e il 1990 ma già alla fine degli anni Settanta ad Amsterdam si registrava una scena molto prolifica, che andrà ad esaurire le sue energie intorno al 1984; a Madrid, seconda “capitale” della scena dei graffiti punk, il fenomeno si registrerà con i cosiddetti tag “flechero”, realizzati soprattutto nella seconda metà degli anni Ottanta.
Come si legge nell’introduzione ai due volumi gemelli, «Entrambe le scene sono scomparse quando la tradizione newyorkese dei graffiti è diventata più conosciuta grazie all’arrivo di libri e documentari. La cultura importata era molto più complessa di quelle locali, e per molti versi più interessante, così molti scrittori abbandonarono i codici locali e iniziarono a esplorare il gioco di tag, throw-up, pezzi e treni».
Sfogliando le loro pagine ci si imbatte nei nomi più popolari delle due scene e si possono osservare differenze, assonanze ed evoluzione degli stili. Bah è stato, ad esempio, uno dei primi flechero writers della scena madrilena e spesso usava inserire messaggi nei suoi graffiti (“La tortura ni arte ni kultura” è uno dei suoi slogan); Dr. Rat è invece definito il maestro dei graffiti della scena olandese e durante la sua breve ma intensa vita ha letteralmente invaso le superfici della città con i suoi disegni, diventando quasi una leggenda.
Una lettura per veri appassionati di graffiti e scena underground ma anche un modo per conoscere le storie della generazione di giovani vissuta in quegli anni.