La Power 100 stilata da ArtReview è arrivata anche quest’anno, puntuale come un orologio svizzero. Tra i top 100 personaggi più influenti del panorama artistico internazionale ritornano tanti volti noti ma figurano anche tantissime – e in qualche modo inaspettate – new entries. Nella 19esima edizione della classifica più attesa dell’anno acquisiscono grande forza i movimenti, i collettivi e le iniziative non convenzionali, spazzando via alcune delle “certezze” dell’establishment ordinario. Ma da chi è rappresentata l’Italia all’interno della Power 100 del 2020?
La classifica della prestigiosa rivista include artisti, curatori, direttori, collezionisti e numerose altre personalità attive nel panorama artistico internazionale. Quest’anno ArtReview ha presentato una Power 100 diversa, che conferma una tendenza già avviata lo scorso anno. Il Black Lives Matter sale sul podio, seguito da altri collettivi che promuovono pratiche partecipative come il RuanGrupa e da altri movimenti come il #MeToo; vengono premiate personalità che si impegnano nella circolazione di idee e valori come «la giustizia, l’uguaglianza, la sostenibilità, i diritti umani, e il modo in cui essi influenzano il nostro modo di concepire l’arte».[1]
Le personalità italiane incluse nella Power 100
Anche la scena italiana si divide tra rappresentanti “storici” e nuovi arrivi: al 35esimo posto troviamo Miuccia Prada, definita da ArtReview come un “ponte tra arte, moda e alta società”, in discesa di 24 posti rispetto allo scorso anno. Alla posizione n° 68 l’immancabile Patrizia Sandretto Re Rabaudengo, presente in classifica fin dal 2002; al 48esimo posto Cecilia Alemani, curatrice della prossima Biennale di Venezia, prende il posto di suo marito Massimiliano Gioni e sale in classifica rispetto alla Power 100 del 2018, nella quale era 84esima.
Tra i curatori anche Lucia Pietroiusti, che si posiziona al 78esimo posto (l’anno scorso si trovava in fondo alla classifica, al 92esimo) e Alessio Antoniolli, la vera new entry di quest’anno, che si aggiudica l’87esimo posto.
Chi sono i top curator italiani del 2020
Cecilia Alemani
Nel 2017 aveva curato il Padiglione Italia della Biennale di Venezia e nel 2022 sarà proprio lei a progettare e curare la manifestazione per il Settore Arti Visive. Prima donna italiana a rivestire il prestigioso incarico, Cecilia Alemani è milanese di nascita ma vive a New York da parecchi anni ed è stato proprio nella Grande Mela che, nel 2011, ha assunto la direzione artistica della High Line di New York come prima curatrice under 40.
Nel corso degli anni Cecilia Alemani ha costruito una brillante carriera, costellata di grandi collaborazioni e importanti progetti. Come curatrice indipendente ha prestato la sua esperienza a numerose istituzioni pubbliche e private (come, ad esempio, la Tate Modern, il MoMA la Deste Foundation) ed è più volte stata coinvolta anche all’interno di fiere internazionali come Frieze e Art Basel, per le quali ha curato progetti e sezioni tematiche.
Lucia Pietroiusti
Lucia Pietroiusti, figlia di Cesare Pietroiusti e Carolyn Christov-Bakargiev, era entrata nella Power 100 lo scorso anno e anche quest’anno si conferma come la più giovane tra gli italiani in classifica. Curator of General Ecology alle Serpentine Galleries di Londra per il progetto pluriennale Back to Earth e curatrice del Padiglione Lituania vincitore del Leone d’Oro alla 58esima Biennale Arte di Venezia, Lucia Pietroiusti passa dal 92esimo posto al 78esimo con il merito di aver impiegato (e di impiegare costantemente) numerose energie e attenzioni alle questioni che riguardano l’ecologia, le relazioni tra le specie e l’intelligenza delle piante.
Alessio Antoniolli
Dal 2005 Alessio Antoniolli è a capo di Gasworks, organizzazione no-profit con sede a Londra che ospita artisti provenienti da tutto il mondo grazie a programmi di residenze artistiche internazionali e realizza progetti rivolti ad artisti emergenti, instaurando relazioni a lungo termine e promuovendo l’incontro tra culture. Nell’ultimo periodo – si legge su ArtReview – Glasworks ha lanciato una open call rivolta ad artisti residenti in Angola, Botswana, Namibia, Uganda, Zambia e Zimbabwe.
Antoniolli è anche Direttore di Triangle Network, una rete “internazionale di oltre trenta organizzazioni artistiche, per lo più con sede in Africa, Asia e Sud America. Triangle Network sviluppa e facilita regolarmente residenze e seminari di artisti, nonché scambi peer-to-peer, sia tra il Regno Unito e il resto del mondo o all’interno di una regione specifica”. Il curatore è entrato nella Power 100 proprio quest’anno, aggiudicandosi l’87esima posizione.
[1] Da Il Sole 24 Ore
Consulta l’intera Power 100 di ArtReview consultando il sito ufficiale
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