Il lavoro di Andrea Casciu, nato a Sassari nel 1983 e diplomato all’Accademia di Belle Arti della stessa città, è da sempre un continuo richiamo all’essenza dell’individuo, un giocare perpetuo tra linea e corpo. Casciu è un artista itinerante: non di rado è possibile scorgerlo al lavoro per strada, “armato” di pennelli e bombolette spray, all’opera su muri e serrande. L’artista, attivo a Bologna ormai da qualche anno, ha di recente realizzato un tributo al partigiano Mario Musolesi in una delle tante serrande che fanno parte della galleria a cielo aperto di Arti Povere Pratello ed è al momento occupato nella realizzazione di un murales ad Orvieto. La costante delle sue opere è il ripetersi del suo autoritratto, di un viso barbuto che talvolta si spacca, si duplica, si frammenta; altre volte diventa specchio dell’Altro, protagonista di insolite mutazioni, sede di improvvisi sprazzi d’infinito. Rimane però sempre ben riconoscibile, andando a costituire una vera e propria firma, una cifra stilistica. Ed è con questi volti che Casciu indaga se stesso e invade le strade delle città in cui lavora, lasciando un segno in cui è possibile immedesimarsi: durante la sua attività ha realizzato moltissimi murales in giro per l’Italia, arrivando fino in India per lasciare una sua traccia. Ed è proprio da lì che parte il progetto per Grottesche Creature Demoniache.
La mostra personale presso la Galleria Portanova12, visitabile fino al 15 luglio 2018, ha catapultato il visitatore fuori dalla realtà. Le sue Grottesche Creature Demoniache riemergono dall’inconscio: sono il frutto della riflessione dell’artista sul recente viaggio in cui ha esplorato l’India, immergendosi nei suoi colori, nelle sue tradizioni e nelle sue figure. Sono il risultato di una commistione di esperienze e di influenze culturali, di storia e contemporaneità.
Casciu per questa occasione realizza due tipologie di opere: le incisioni, regine indiscusse della sua produzione artistica più classica, e, per la prima volta nella sua carriera, le sculture. Grazie alle sue silhouette lignee la galleria si anima di uomini barbuti dalle lunghe corna, dalle grandi orecchie e dai buffi nasi; l’abile disposizione delle luci moltiplica le figure proiettandone le ombre, affinché l’osservatore si possa perdere nelle visioni oniriche dell’artista. Il richiamo all’antico si fa sentire chiaramente, sia nella tecnica che nei contenuti: la somiglianza finale delle opere con le incisioni d’epoca medievale e l’ispirazione alle “Meraviglie d’Oriente”, i popoli fantastici dell’India, raccontati per la prima volta da Erodoto e Ctesia di Cnido e tramandati nel corso dei secoli soprattutto grazie alla tradizione pittorica, ai bestiari di epoca medievale e a capolavori come il Monstrorum Historia di Ulisse Aldrovandi (1642).
Uomini dalle enormi orecchie, dotati di tre occhi o di un occhio solo, dai nasi lunghi come proboscidi o acefali: i popoli fantastici dell’India vengono ri-pensati e ri-elaborati da Andrea Casciu, in un gioco legato all’esperienza personale. L’artista non si limita alla ricerca e alla traduzione in immagine di giganti trifronte, di monocoli o di altre razze mostruose come già sperimentato in altre occasioni, ma ne immagina degli altri: quelli che vivono nel suo inconscio e che la notte lo tormentano, tanto da sentire la necessità di farli emergere, di farli vedere al resto del mondo, di farli vivere anche quando ha gli occhi aperti, nel proprio presente. Così come i greci tentarono di sublimare ancestrali paure tramite l’invenzione di stirpi mostruose, le Creature di Casciu sono Grottesche e Demoniache al tempo stesso, capaci di suscitare perplessità, sgomento e meraviglia, di immergere il visitatore in un mondo lontano, fatto di inquietudine e conflitti, di misteriosi simboli apotropaici e di pulsioni recondite.
Per maggiori informazioni visita il sito dell’artista, attivo anche su Instagram come @andreacasciu
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