Le opere di Bill Viola hanno girato il mondo. L’artista – nato nel Queens (NY), classe 1951 – è conosciuto a livello internazionale come uno tra i più importanti maestri della videoarte contemporanea e vanta un elevato numero di esposizioni personali: a partire dagli anni settanta le sue installazioni e i suoi videotape sono stati portati in mostra a New York, Düsseldorf, Venezia, Los Angeles, Londra, Tokyo e moltissime altre città del globo.
Una carriera lunga più di quarant’anni: Bill Viola si contraddistingue per la creazione di installazioni avvolgenti, capaci di immergere il visitatore in un’esperienza totale, studiata affinché tutti i sensi vengano coinvolti. L’artista – vincitore di numerosi premi, tra cui il MacArthur Foundation Fellowship (1989), XXI Catalonia International Prize (2009) e il Praemium Imperiale della Japan Art Association (2011) – non ha mai smesso di sperimentare nuove tecnologie e nuovi supporti, realizzando opere che includono immagini in movimento, suono e materiali innovativi.
Gli ambienti totali e le video installazioni di Viola giocano sulle reminescenze interiori dell’individuo, innescando ricordi e sensazioni a partire da riflessioni incentrate su esperienze umane universali, come la nascita e la morte. Il buio è condizione imprescindibile negli ambienti ideati da Bill Viola e precede molto spesso l’intera esperienza sensoriale e percettiva; le prorompenti ondate di suoni e immagini travolgono il pubblico all’improvviso, lo scuotono e lo costringono a lasciarsi trasportare dalle vicende narrate. L’artista indaga silenziosamente l’animo dell’uomo, si fa strada tra i ricordi e le emozioni; di frequente trae ispirazione dall’arte antica – in particolar modo dai grandi maestri del Rinascimento – conferendo nuova forma a trame che affondano le radici in tempi molto lontani.
Tra i suoi più famosi lavori ricordiamo The Crossing (1996), The Tristan Project (200), Emergence (2010), Inverted Birth (2015) e, senza ombra di dubbio, The Greeting (1995) installazione ispirata alla Visitazione di Pontormo (1528-29). La video installazione, facente parte di un corpus di cinque opere realizzate per il progetto Buried Secrets in occasione della XLVI Biennale di Venezia, è un’incontro in super slow motion dai colori vividi e pieni. Il “pittore elettronico” – come viene chiamato da Maria Gloria Bicocchi – fa dialogare arte del passato e arte contemporanea in un progetto che affronta i temi della comunicazione interrotta e della sacra conversazione. L’artista rimase affascinato dai colori del Pontormo ma, curiosamente, riuscì ad ammirarli dal vivo – quasi per caso – solo nel 2013.
Il video venne proiettato su uno schermo a parete, all’interno di una stanza completamente buia. The Greeting si svolge in uno spaccato urbano; le protagoniste sono tre donne: tutto ruota intorno ad una conversazione che viene interrotta per far spazio ad un inaspettato incontro. L’intera situazione – una coreografia fluida e ambigua della durata originaria di soli 45 secondi, animata dalle emozioni degli attori e dalla vita che scorre imperturbata alle loro spalle – è stata ripresa in posizione fissa e con un ritmo tanto rallentato da raggiungere i dieci minuti complessivi.
Il tempo e lo spazio si dilatano per far posto a nuove, infinite, visioni interiori.
Per maggiori informazioni visita il sito ufficiale dell’artista
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