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Quella vicina storia di stelle | La poesia di Giovanni d’Agostino alla Galleria de’ Foscherari


Dal 14 ottobre 2020 al 16 gennaio 2021 la Galleria de’ Foscherari dedica un delicato ed efficace omaggio ad un artista catanese di nascita e trasferitosi a Bologna per scelta: Giovanni d’Agostino.


Nato nel 1932, d’Agostino fin da giovane intraprende la carriera di insegnante universitario, insegnando Pittura nelle Accademie di Belle Arti di Urbino, Firenze, Milano e Bologna. La sua carriera inizia nel 1956 con un’esposizione personale a Il Fondaco, una galleria nel centro di Messina, e prosegue in modo continuativo con personali e collettive nelle principali città italiane. L’artista espone anche all’estero in città importanti, tra le quali Parigi, Zurigo e Basilea e partecipa, inoltre, alla XXXVI Biennale di Venezia. Scompare nel 2000 a Bologna, all’età di 68 anni.

L’opera di Giovanni d’Agostino ha un filo conduttore che lo accompagna e lo guida sempre: la luce. E a potenziare gli effetti della luce, ci pensa la cera, che si fa attraversare da essa ed è portatrice di segni; segni effimeri (come un petalo di papavero) che restano come sospesi in un tempo indefinito e inafferrabile. I segni di d’Agostino sono dei segni primordiali, quasi automatici, come se fossero frutto di un’azione non controllata; esistono semplicemente perché vogliono esistere.


giovanni d'agostino

Giovanni d’Agostino – Courtesy of Galleria de’ Foscherari

 

Le forme intrappolate nella cera sembrano voler uscire, ma allo stesso tempo rimangono all’interno di questo spazio che è solo per loro. La Galleria de’ Foscherari ha scelto tre dei principali cicli di lavoro dell’opera artistica di d’Agostino: le Cere, i Gong e la serie degli Ipotesti. Al varco della porta veniamo accolti dai sempre gentilissimi dipendenti della Galleria in uno spazio che sembra essere sospeso, fermo. Ci sentiamo quasi sopraffatti da queste grandi opere appese alle pareti e ci crediamo quasi colpevoli di aver violato uno spazio che sembra così intimo e privato.

Avvicinandoci alle opere, capiamo che in realtà questo spazio è anche per noi e d’Agostino ha desiderato creare, proprio con noi, un dialogo infinito attraverso le sue opere. La serie delle Cere (degli anni ’70 circa) è forse la più poetica e delicata: quello che colpisce è la purezza del colore evanescente della cera, che racchiude dentro di sé, sospese  nel tempo e nello spazio, forme primordiali. Quadrati, cerchi, triangoli sono lì e sembrano quasi voler uscire, prendere una forma e una vita propria, ma restano immobili ed inglobati dalla materia, come in un grido silenzioso.


giovanni d'agostino

Giovanni d’Agostino – Courtesy of Galleria de’ Foscherari

 

Il trittico dei Gong, in nero, crea una cesura nello spazio ameno e candido della sala. Delle forme che non sono forme, o meglio ciò che resta di una forma che non esiste più, ma che ha lasciato una traccia tangibile di sé sulla materia, un’impronta, ci forniscono la prova del loro passaggio, del loro essere esistite. Le opere di d’Agostino sono opere che dialogano, ma in silenzio.


giovanni d'agostino

Giovanni d’Agostino – Courtesy of Galleria de’ Foscherari

 

La serie degli Ipotesti è quella più legata al mondo della musica, matrice importante in tutta l’opera dell’artista. Quella vicina storia di stelle è una sorta di spartito musicale catturato dalla cera che, nonostante la sua natura mobile e dinamica per antonomasia, è destinato ad essere per sempre statico e quieto. Un altro trittico in nero cattura una scrittura automatica, frenetica ma allo stesso tempo pacifica e silenziosa. Giovanni d’Agostino è un poeta che si avvale di materiali e segni semplici, in alternativa a carta e penna, per mostrarci il suo mondo, un mondo in cui non esiste una ciclicità temporale ma dove tutto è immobile ed eterno, vicino ma allo stesso tempo lontano e inafferrabile, come inafferrabili sono proprio le stelle e lo spazio. La mostra è visitabile in tutta sicurezza ed è un ottimo modo per trovare un po’ di respiro e di sollievo in questi giorni così incerti e drammatici.


Per maggiori informazioni visita il sito della Galleria de’ Foscherari.

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