Un luogo frequentatissimo dai giovani, una social street viva e ricca di sorprese in cui l’arte non smette mai di dialogare con il quotidiano. Siamo a Bologna e stiamo parlando di via del Pratello, conosciuta per la sua storia e per la vita notturna, un angolo di città che non dorme mai. Oggi, insieme, faremo quattro passi alla scoperta della Galleria d’Arte Pubblica Pratello: un concentrato di street art a cura dell’Associazione Arti Povere Pratello che invade l’intera via con i suoi colori e le sue storie.
Una storia che affonda le radici in epoche lontane
Se c’è una cosa di Bologna che ci manca tanto quando partiamo per le vacanze è via del Pratello. Di giorno assolata e tranquilla strada frequentata dai residenti, di notte animata dal via vai e dal vociare dei ragazzi che ne frequentano i locali fino a tarda notte, il Pratello è un turbinio di colori, di voci e di presenze, con una storia antica e tanto da scoprire.
Da borgo malfamato fino a diventare una delle vie più frequentate della movida bolognese: nel 1290 il Peradello (così chiamato, forse, da pirus – pero) occupava lo spazio che andava dal seliciato di S. Francesco al portico di S. Rocco; nel 1567 il suo nome fu cambiato in Borgo del Peratello e abitato dalle prostitute, fasciate di giallo per essere riconosciute e relegate in questo piccolo mondo fuori dalle mura affinché svolgessero il loro lavoro lontano da occhi indiscreti. Si dovette attendere il 1878 perché dal Comune gli fosse assegnato il suo nome definitivo: il Pratello, quello che oggi tutti conosciamo, nacque come piccolo agglomerato di case su vasti prati incolti e mutò d’aspetto nei secoli, in stretta relazione alle vicende che ne travolsero i luoghi e gli abitanti. Come afferma Odette Righi nel suo Il Pratello «in questo quartiere è nata anche la ribellione, la resistenza proletaria, l’antifascismo, la Resistenza». E se la sua storia vi affascina, questo libro è perfetto per iniziare ad approfondirne la conoscenza, scoprendo curiosità e aneddoti singolari: Odette Righi, Il Pratello, Milano, Vangelista, 1978.
Il Pratello oggi: l’arte pubblica dialoga con il quotidiano
Il Pratello non smette mai di sorprendere chi ne percorre il selciato o passeggia sotto i suoi portici. Attualmente si contano più di 30 locali tra birrerie, bar, ristoranti e osterie; alcuni aprono solo al mattino, altri rimangono aperti fino a sera ma tutti, proprio tutti, custodiscono una sorpresa che si svela solo nel momento in cui si abbassano le serrande.
Camminando lungo i suoi 600 metri di lunghezza, infatti, è possibile ammirare le opere della Galleria d’Arte Pubblica del Pratello, un vero e proprio concentrato di street art a cura dell’Associazione Arti Povere Pratello che invade l’intera via con i suoi colori e le sue storie. Sono tantissimi gli artisti che hanno lasciato un contributo in questa galleria a cielo aperto, promuovendo la memoria di persone, luoghi e fatti legati al Pratello e al capoluogo emiliano – romagnolo.
Ne sono un esempio il tributo al partigiano Mario Musolesi e il gatto antifascista, la serranda dedicata a Radio Alice e l’omaggio a Bonvi, Magnus e Romanini, ma non mancano anche riferimenti a vicende contemporanee – come l’emergenza sanitaria legata al COVID-19 – e i richiami a moltissime altre tematiche sociali e politiche del nostro tempo.
Si può addirittura fare un viaggio urbano attraverso secoli di storia dell’arte, partendo dai ritratti di El Fayum e proseguendo fino alle statue classiche, al ritratto di Simonetta Vespucci e ad un omaggio a Modigliani. Andrea Casciu, Bastardilla, Ericailcane, NemO’s, Sharko, Alice Pasquini sono solo alcuni tra i nomi che popolano i muri e le serrande del rione che comprende via del Pratello e numerose traverse, come ad esempio Via S. Rocco, Via Pietralata, via Paradiso e via Santa Croce.
Di notte, quando tutto tace, è il momento perfetto per ammirare anche le opere che di giorno non si vedono: se anche voi siete dei nostalgici del Pratello, o magari ancora non lo conoscete, ecco un video girato durante una notte d’estate – tra caldo umido, zanzare e tanta vita – da Stefano Laddomada e Fabio E. Solinas, per tornare con il cuore nella vostra via preferita o avere un assaggio della bellezza che potrete ammirare facendo quattro passi nel centro di Bologna.
Accompagnate dal sound firmato da Xtagnant scorrono le opere di Lisa Gelli e Nicola Alessandrini, Andrea Casciu, NemO’s, Leonardo Fornito, Eldi Veizaj, Bisser, Giuseppe Palumbo, About Ponny, Ale Senso, Bastardilla, Ericailcane, MP5, Carlos Atoche, Run, Kiki Skipi, Tilf, ManDragora Leticia, Sardomuto, Danijel Zezelj, Guerrilla SPAM, Psiko, Marco Ficarra, Collettivo FX e Luca Prete, ma molte altre ancora si susseguono lungo questo percorso fatto di storia e di bellezza, tutto da scoprire.
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AMO IL PRATELLO!!! CI VIVO BENE , ANCHE SE NON ESCO ….SO CHE SOTTO , NELLA STRADA , C’È IL MONDO …LA MIA GENTE !!! MI RENDE TRANQUILLA E NON MI FA SENTIRE SOLA . SONO UNA PRATELLIANA DA 20 ANNI …..MA HO LA SENSAZIONE DI ESSERE NATA QUI !! PER QUESTO RINGRAZIO MIO FIGLIO , PIER PAOLO . NEL PERIODO DELLA MIA RICERCA DI UN’ABITAZIONE , MI SUGGERÌ DI ANDARE A VEDERE AL PRATELLO ” MAMMA , IL PRATELLO È LA STRADA ADATTA ATE ” . ….COSÌ È STATO !!! GRAZIE PIER !!! LA BETTA