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Vagina Museum | Inaugurato il primo museo al mondo dedicato alla vagina

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Se in qualche parte del mondo esiste un museo dedicato interamente all’apparato riproduttivo maschile perché non dovrebbe esistere – o non potrebbe esistere – un museo dedicato alla vagina? È questa la domanda che si è posta la fondatrice del Vagina Museum di Londra, il quale ha aperto i battenti il 16 novembre 2019 dopo una lunga campagna di crowdfunding supportata in tutto il mondo.

La raccolta fondi, portata avanti tramite la realizzazione di eventi, serate e incontri ha dato i suoi frutti, e ora il museo ideato da Florence Schechter ha una sede stabile a Camden Market (Londra) pronto ad accogliere i visitatori per i prossimi due anni.

La scintilla che ha mosso la creatività della Schechter – youtuber, esperta in comunicazione e divulgatrice scientifica – è stata la casuale scoperta, durante un viaggio in Islanda, di un museo dedicato al pene. Dal momento che non esisteva, allora, un equivalente femminile a questa istituzione museale in nessuna parte del mondo, la Schechter ha deciso di mettere in campo le sue conoscenze e abilità affinché anche la vagina potesse avere un museo: un luogo in cui parlare di tutte le questioni mediche e scientifiche che riguardano l’apparato riproduttivo femminile, con particolare attenzione alla sensibilizzazione e alla divulgazione di informazioni utili sul periodo mestruale e sulla morfologia della vagina stessa; un museo in cui la conoscenza e il sapere scientifico vengono filtrati dall’ironia del personale e del percorso espositivo,  metodo efficace per rendere più semplice e leggera la fruizione per qualsiasi tipologia di pubblico.


 

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Il perché fosse necessario realizzare un museo di questo tipo è molto semplice e dovrebbe essere chiaro a tutti. Questa istituzione nasce anzitutto per combattere i pregiudizi che si hanno sulla vagina: da alcune indagini statistiche condotte nel 2016 è emerso – come si legge su Forbes – che il 65% delle donne dai 16 ai 25 anni prova imbarazzo a pronunciare le parole “vagina” e “vulva”. Inoltre, cosa non meno importante, a gran parte della popolazione mancano le conoscenze di base per saper descrivere l’apparato riproduttivo femminile. Sono dati sconcertanti se si pensa all’importanza che la prevenzione e la salute ginecologica dovrebbero rivestire nella sfera quotidiana della popolazione mondiale.

Fino al 2020 sarà possibile visitare la prima esposizione del neonato museo, a cura di Sarah Creed: proprio come si evince dal titolo Muff Busters: Vagina Myths and How to Fight Them il percorso espositivo è dedicato ai miti gravitanti intorno alla vagina e a come smentirli. Sapevate, per esempio, che esistono pratiche anticoncezionali assolutamente prive di valore e fondamento scientifico? Quali sono e come possono mettere a rischio la salute della donna?

Questo e molti altri argomenti sono il fulcro della mostra: un’esposizione piccola e raccolta ma ricca di dati e informazioni utili all’acquisizione della consapevolezza sulle tematiche trattate. Tamponi glitterati e coppette mestruali accompagnano il visitatore alla scoperta dell’universo femminile in un percorso che si prospetta come la base per un progetto in continua evoluzione, uno spazio sempre aperto per parlare di femminismo, diritti delle donne, identità di genere, abbattendo gli stereotipi e la stigmatizzazione del corpo.


vagina museum

©Angus Young 2019


Tutte le iniziative del museo sono completamente gratuite ed è possibile sostenere l’istituzione mediante donazioni o prestando servizio come volontari. Tutte le istruzioni da seguire sono presenti sul sito ufficiale del museo. È possibile anche acquistare tantissimi gadget in cui arte e fotografia (dagli erotiche stampe Shunga alle illustrazioni della giovanissima Charlotte Willcox fino ad arrivare alle borse e alle penne personalizzate con il logo del museo) sono al servizio della divulgazione del messaggio lanciato dal museo: parlare della vagina è un modo per superare i confini della mente, promuovere l’inclusione e il dibattito, incentivare lo scambio di idee e la consapevolezza anatomica e ginecologica.


Ulteriori informazioni sul sito ufficiale del Vagina Museum. Scopri di più su Charlotte Willcox illustratrice che ha curato alcune delle grafiche e dei design per il museo, attiva anche su Instagram come @charlotte.illustrates.

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